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I preti giovani con il Vescovo

20 Settembre 2019

Le impressioni che si ricavano da un viaggio derivano spesso dalle nostre aspettative, ma nulla ci ha colpiti come visitare il Memoriale dei Martiri del comunismo del XX secolo. In viaggio, come ogni anno, i giovani sacerdoti della nostra Diocesi insieme al vescovo Antonio, che si sono recati in questi giorni in Ucraina.

Accompagnati da padre Faustino, parroco della chiesa di Terrasanta in Bordighera, frate minore originario di quella terra, abbiamo così potuto fare esperienza della vita Cristiana in un paese attraversato da molteplici tensioni, una storia complessa, che per noi non è di facile comprensione.

Dopo la caduta del comunismo con la sua dittatura e oppressione, il tempo si è messo forse a correre troppo per coloro che si sono trovati a costruire un futuro diverso. Attualmente le tensioni politiche, alimentate dall’espansionismo russo che vorrebbe ricostruire o perlomeno influenzare i territori dell’ex URSS, causano – non solo in Ucraina – tensioni e addirittura guerre che il nostro Occidente sottovaluta.

In tutto questo quadro, la guerra nel Donbass o la “annessione” della Crimea, si inseriscono anche le divisioni fra Cattolici e Ortodossi che vedono i secondi apertamente schierati con il regime putiniano.

A partire da Kiev, la capitale del paese, il nostro gruppo ha percorso le vaste pianure ucraine, toccando i luoghi più significativi della vita religiosa, testimonianza di una fede e di una cultura che neppure decenni di persecuzioni e ateismo di stato hanno potuto cancellare. 

Code di visitatori nei monasteri ortodossi di Kiev, ma soprattutto per noi Cattolici il rifiorire di vocazioni maschili e femminili, pur in mezzo a tante difficoltà anche economiche, sono stimolo ed interrogativo per la nostra vita e per i nostri progetti pastorali. Se infatti ancora oggi il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani, di fronte alla nostra gioventù troppo spesso apatica, “sazia e disperata”, solo una proposta forte e chiara, lontana da ogni compromesso con un pensiero dominante che avvelena lentamente il progetto cristiano, viene voglia di pensare che siamo chiamati a smascherare tutti quei disegni che esaltando la libertà assoluta distruggono l’uomo, allontanandolo dal Creatore.

Questa terra che negli ultimi cento anni ha conosciuta tanti cambiamenti ed ha patito incredibili sofferenze ci insegna, di fronte al risorgere della fede cristiana, ma anche alle ferite profonde lasciate dalla disumanità di un regime ateo e materialista, che siamo chiamati a predicare i valori della nostra fede: gli unici capaci di indicare un umanesimo integrale che salva l’uomo da ogni fuga da Dio e dai fratelli.

Fra Faustino Kushnir ofm

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