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La lectio divina del vescovo

10 Ottobre 2016

Il vescovo Antonio Suetta offre anche in questo anno pastorale ai fedeli l’incontro mensile della lectio divina nella chiesa dell’Immacolata a Sanremo, nella consapevolezza che la vita cristiana deve sempre ri-partire dalla Parola di Dio. Una scelta voluta fin dall’arrivo in diocesi (giunta perciò al terzo ciclo) che accompagnerà la Chiesa locale – con cadenza mensile – fino al prossimo giugno con una serie di riflessioni su alcune parabole evangeliche. La prima lectio di monsignor Suetta si è sviluppata, lo scorso venerdì, a partire dal brano del seminatore narrato nel Vangelo di Luca.
Gesù è il seminatore che inizia a raccogliere intorno a sé il gruppo dei discepoli e li educa, come avviene anche per noi oggi, con un percorso che – a loro come a noi – appare difficile soprattutto di fronte alle impazienze e alle paure che abitano il nostro cuore.
Papa Francesco (EG 21-23) ricorda come Dio voglia provocare nei credenti un cammino di uscita. «Il seminatore uscì a seminare…». Tutti siamo chiamati ad uscire, a diventare missionari e a non trascurare la potenzialità della Parola, che spesso sfugge ai nostri calcoli.
Il seminatore compie un gesto di speranza insegnandoci, dice il vescovo, che «Dio non teme che
qualcosa vada sciupato. Dio non ha chiusure, non ha paura dell’incontro». L’originalità del seminatore della parabola è in questo seminare con abbondanza «anche fuori dai solchi». Continua Suetta: «Una logica misteriosa che va accettata… Il seme è fragile» per mille motivi diversi. «Dobbiamo domandarci se crediamo davvero che il seme sparso da Dio a piene mani nella nostra vita porti ancora frutto?». È il tema della speranza. Parliamo però anche della capacità di ascolto. «Parlare con parabole significa che Gesù comprende con quanta difficoltà ci lasciamo educare da lui. Il Signore però con questo stile tende a non aggredire. Parlare è dialogo. Occorre che l’altro a cui Gesù si rivolge risponda con una provocazione,
cioè sappia entrare in un rapporto personale. Gesù fa emergere le domande profonde del nostro cuore. Conduce i suoi ascoltatori per mano. Ciò che sta all’inizio di un cammino di fede contiene in sé una capacità di vita che vuole svilupparsi attraverso un dinamismo che richiede pazienza, che non è più sotto il controllo del seminatore. L’annuncio della fede è consegna di un dono perfetto che non schiaccia l’uomo, ma che lo promuove nelle sue disponibilità». Dipende dal tipo di terreno nel quale cade. «Educare significa consegnare qualcosa che solo l’altro può gestire. Occorre impegnarsi in un tempo di attesa e crescere alla speranza ed alla fiducia». «Il seme è donato e consapevolmente sprecato! Il seminatore getta il seme con abbondanza. La forza del dono è straordinaria». Gesù è colui che fa crescere con questo seme gettato con fiducia. «Invita l’uomo a mettersi in gioco. Il seme ha in sé la vita e svela la natura di ogni terreno su cui cade. Proprio in questo, rivelare il profondo del nostro cuore sta la capacità di Dio: l’uomo così riconosce il suo cuore. Conoscere il nostro cuore è l’impresa alla quale ci conduce la Parola di Dio». Alla fine dellalectio, dopo altri gesti significativi, anche quello di consegnare ai presenti alcuni semi. Perché portino frutto.

Sanremo, 10 ottobre 2016

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