Venerdì 4 Ottobre – Prima LECTIO DIVINA predicata dal Vescovo Antonio

Diocesi Ventimiglia – Sanremo

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PodCast – riascolta la Lectio del Vescovo

11 Gennaio 2020

Iscriviti e ascolta il PodCast “Lectio Divina” per riascoltare la meditazione del Vescovo Antonio durante la serata di preghiera di venerdì 10 gennaio 2020.

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Qui la sintesi realizzata da don Antonio Garibaldi

“L’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore”, recita il passo biblico che racconta della scelta di Davide come re d’Israele. Da questa Parola prende il via la Lectio del Vescovo Antonio dello scorso Venerdì. Gli rivolgiamo alcune domande.

Davide, questo giovanetto chiamato da Dio, nella sua vita commette molti errori. Una scelta… sbagliata?

“Il tema centrale della figura di Davide – dice mons. Suetta –  potremmo definirla come una specie di «ostinazione» di Dio, rappresentata da questa fiducia accordata e irreversibile, data con simpatia che si traduce in pazienza. Il Signore, che scrive dritto anche su righe storte, vuole dirci come anche la situazione più derelitta e più scombinata, per colpa umana, non sfugge alla presenza del suo Vangelo”.

Questa incontro è stato preparato dal movimento di Comunione e Liberazione; pensando a Giussani, agli educatori ed ai profeti: quale è oggi il loro compito?

“I profeti sono dei personaggi chiave in tutto l’Antico Testamento, non meri esecutori ma chiamati a lasciarsi guidare dalla sua Parola. Anche quando, come per Samuele e Natan, la loro lettura della storia viene corretta ed illuminata. Il profeta è figura vocazionale: colui che si consegna a Dio nell’obbedienza”.

Dio sceglie i piccoli, i deboli, le sterili. Quando però si diventa grandi si corre il rischio di dimenticare che tutto è Suo dono.

“Il senso della Lectio, che si chiude sul grande peccato di Davide: il censimento, dice proprio questo. L’umiltà è strumento che permette di comprendere la grandezza di Dio per le opere grandi che realizza attraverso l’uomo «secondo il Suo cuore». La debolezza non è inefficienza quando è frutto di una consapevolezza del limite che si traduce in disponibilità a confidare il Dio. La piccolezza riconosciuta e consegnata al Signore diventa risorsa. Il dinamismo sta proprio in questo: rimanere umili significa non ricondurre a se stessi la riuscita, il successo”.

Anche il peccato, in questo senso, diventa una «felice» colpa”.

“San Paolo ricorda che Dio fa concorrere tutto al bene di coloro che lo amano. La volontà permissiva del Signore – lo vediamo proprio nel caso del censimento di Davide – rispetta la libertà della creatura anche quando sceglie il male”.

La drammatica grandezza dell’uomo della cetra e della fionda sta nella capacità di confessare la colpa e nel chiedere perdono.

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