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Laici

Volontari della sofferenza a Taggia

13 Maggio 2018

Ammalati, anziani e disabili assistiti dai “volontari di Lourdes” con altri fedeli si sono dati appuntamento al Convento San Domenico di Taggia domenica scorsa per la Giornata Diocesana del Malato, organizzata come ogni anno dall’Ufficio di Pastorale Sanitaria con i Movimenti e le Associazioni che fanno parte della Consulta. L’appuntamento si inserisce nelle varie tappe di preparazione al 50° pellegrinaggio della Diocesi di Ventimiglia San Remo a Lourdes, che si svolgerà dal 25 al 20 giugno prossimi.

A dettare la meditazione è stato Don Luigi Garosio, dei Silenziosi Operai della Croce, famiglia religiosa fondata dal beato Luigi Novarese: “Tutta la nostra missione – ha detto Don Luigi – è convincere i sofferenti della necessità e preziosità del dolore santificato perché possano donare il frutto della propria offerta per l’attuazione delle richieste della Vergine formulate a Lourdes e a Fatima, che non sono altro che il programma salvifico di Gesù”. In questa prospettiva, ciascun ammalato viene posto in una dimensione attiva e operativa, quale cooperatore alla Redenzione operata da Gesù, “continuatore della Passione di Cristo”.

Un tema di grande attualità, soprattutto nel contesto dilagante della cosiddetta “cultura dello scarto”, più volte stigmatizzata da Papa Francesco, che tende a considerare come un peso disabili e anziani non autosufficienti e insinua in ogni uomo il pensiero che una vita da “inabili” non sia degna di essere vissuta, come dimostra il dibattito sempre più acceso sul fine-vita, sull’eutanasia e il diritto alla morte. “Di fronte a chi invoca il diritto di morire – ha detto Don Luigi – noi cristiani abbiamo il compito di affermare e far riscoprire le ragioni per vivere”. La meditazione si è sviluppata a partire dalle parole della Vergine Maria a Cana, che invita i servitori a fare qualunque cosa chiede il Figlio suo: “Andare a Lourdes vuol dire mettersi alla scuola di Maria. Lasciamoci formare sulle ginocchia della Madonna, che ci insegna a fare tutto ciò che Gesù ci indica”. La dipendenza filiale da Maria ci mostra che l’ascolto ha bisogno di silenzio, e il silenzio si riempie della presenza di Dio, che ci chiama a vivere la sua volontà fino in fondo. “Gesù dice nel Vangelo: io faccio sempre quello che piace al Padre. Ecco, realizzare la volontà del Padre è ciò che chiede anche la Madonna. Appena appare a Lourdes la prima cosa che fa è il segno della croce, con grande amore e devozione. Il primo messaggio che ci consegna è dunque quello della croce. Siamo chiamati ad essere testimoni di Cristo crocifisso”.
Don Luigi, riprendendo gli insegnamenti del beato Novarese, ha spiegato che il vertice del cammino spirituale non è solo fare la volontà di Dio, ma consiste nell’amare, e perfino adorare, la sua volontà, ossia “nell’accogliere e vivere con amore tutte le circostanze della vita, per dire nel proprio cuore: sì, Padre, come e fin quando lo vuoi tu”.

Questa è la specifica vocazione per tutti coloro che soffrono: “Lui sofferente mostra in che modo tu che soffri sei chiamato a vivere la tua vita. Dalla croce Gesù ci dice: la mia sofferenza è vissuta con amore, e la tua?”. Per questo motivo Novarese chiamava gli ammalati “volontari della sofferenza”. È la sofferenza per amore che salva, ed è nella sofferenza che l’amore diviene autentico. Perciò, coloro che soffrono uniti a Cristo, “corredentori con lui” – ha detto citando Benedetto XVI – insegnano al mondo l’amore. “Perciò – ha concluso – Se voi vivete fino in fondo la vostra vocazione, voi insegnate al mondo l’amore e il mondo crederà”.
Alle parole del relatore hanno fatto eco alcune testimonianze dei presenti, che hanno mostrato il valore della fede come fonte di luce e speranza per molti uomini e donne che vivono situazioni di sofferenza e per coloro che ogni giorno se ne prendono cura.

La giornata è proseguita poi con il pranzo di fraternità condiviso nel refettorio del Convento, ed animato a sorpresa dai giovani del Movimento TLC che si trovavano sul posto per un ritiro. A concludere il convegno è stata la Concelebrazione Eucaristica, presieduta da Don Ferruccio Bortolotto.

Alessandro Scaccianoce

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