Diocesi Ventimiglia – Sanremo

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SANTA MESSA in suffragio del Clero Defunto

Lunedì 4 Novembre, mons. Vescovo celebra alle ore 18,00 la Santa Messa in suffragio del Clero diocesano defunto presso la Cattedrale di Ventimiglia

Comunicazioni Seminario Ultima ora

Avvicendamento in Seminario

13 Giugno 2020

Comunicazione dalla Cancelleria Vescovile e dall’Ufficio Comunicazioni Sociali:

don Ferruccio Bortolotto passa la staffetta a don Valerio Vacca nella guida del Seminario Vescovile.

Qui il testo del decreto del Vescovo Antonio

I Seminaristi hanno donato a don Ferruccio un poster con raccolta di fotografie che riassume i suoi anni di servizio come Rettore del Seminario.

Il saluto di don Ferruccio

Lo scorso 11 giugno ho concluso il mio servizio alla Chiesa diocesana di rettore del Seminario.
Desidero condividere con i lettori della nostra pagina l’ultimo messaggio che ho indirizzato ai seminaristi prima di concludere con loro quest’anno.
L’ho preso da un commento al Vangelo della domenica di Ermes Ronchi, pubblicato su Avvenire qualche tempo fa:

«Quando avete fatto tutto dite: siamo servi inutili. Capiamo bene, però: mai nel Vangelo è detto inutile il servizio, anzi è il nome nuovo della civiltà. Servi inutili non perché non servono a niente, ma, secondo la radice della parola, perché non cercano il proprio utile, non avanzano rivendicazioni o pretese. Loro gioia è servire la vita. Servo è il nome che Gesù sceglie per sé; come lui sarò anch’io, perché questo è l’unico modo per creare una storia diversa, che umanizza, che libera, che pianta alberi di vita nel deserto e nel mare. Inutili anche perché la forza che fa germogliare il seme non viene dalle mani del seminatore; l’energia che converte non sta nel predicatore, ma nella Parola. «Noi siamo i flauti, ma il soffio è tuo, Signore» (Rumi). Vi abbraccio di cuore».


Ho concepito il mio impegno di questi anni proprio come un servizio, nascosto e quotidiano, in cui ho spezzato il mio tempo, le mie forze e la mia vita nell’avventura grande dell’educare i futuri presbiteri, non tanto offrendo loro belle teorie o ricette pastorali valide per ogni situazione. Ho messo davanti a loro la mia vita e, prima della mia vita e delle sue esigenze, la loro. Ho affidato loro Gesù, come l’ho ricevuto e come mi ha chiamato, attraverso l’esperienza del perdono e del suo amore. Nel percorso educativo di questi anni ho voluto incarnare due aspetti specifici. Il primo è quello del primato di Dio, che sceglie la nostra umanità. Con l’incarnazione Dio sceglie tutta la nostra umanità, così fragile, così colma di contraddizioni e così ricca. I futuri sacerdoti sono chiamati a costruire ponti verso Dio con la loro umanità. Il secondo è quello dell’equilibrio tra fede e ragione. La fede viene da Dio così come la ragione e il nostro intelletto sono suo dono. Nella congiunzione tra Dio che si lascia incontrare e l’uomo che non gli sfugge, ma anzi pronunzia il suo: «Eccomi», vi è tutta la saggezza che la Chiesa custodisce come un tesoro.


Cedo ora il testimone di questa corsa impegnativa a don Valerio, che mi avvicenderà: possa servire i fratelli come ha fatto Gesù, che è venuto non per essere servito, ma per servire.

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