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Cultura

Convegno “Humanae Vitae” – il resoconto

18 Novembre 2018

Parlare oggi del termine vita, significa intendere un argomento “contenitore” di vasta portata, che rischia di essere frainteso, in quanto assomma a sè molti diversi significati. I motivi che hanno spinto a pensare di realizzare un convegno sull’enciclica di Paolo VI Humanae Vitae, che nel nostro anno 2018 celebra il suo cinquantesimo anniversario di promulgazione, sono stati principalmente la doverosa necessità di potere fare chiarezza all’interno della cultura ecclesiale sul concetto di vita, e secondariamente nella preoccupazione di poter operare un confronto con la cultura non cristiana del mondo contemporaneo, mostrando, quindi, una grande attenzione pastorale al problema della vita umana e cristiana nella famiglia e nel mondo.

L’enciclica, pur nella sua brevità, rimane un punto di riferimento imprescindibile per la riflessione dell’etica della vita fisica, e per lo sviluppo umano e cristiano della vita familiare, specialmente nell’ambito della procreazione responsabile.

Questo convegno, che ha avuto luogo presso il seminario Pio XI venerdì pomeriggio 16 dicembre e sabato mattina 17 dicembre, ha preso in esame anche l’amplificazione di alcuni argomenti correlati al termine vita. Si è voluto chiarire il valore pastorale della vita oggi oltre al significato specifico di salute, che rappresenta l’unico orizzonte semantico individuabile in una certa cultura del benessere fisico, mostrando in giustapposizione la proposta del termine “vita” all’interno della cultura biblica. La vita è tutta la persona, e la vita fisica risiede all’interno di una persona che non è solo fisicità, ma anche mente, cuore e anima. Per questo i bisogni spirituali si riversano sulla corporeità e viceversa. L’unità del soggetto persona, da un punto di vista antropologico, ha mostrato nel convegno che la parola “vita” abbia bisogno di essere compresa proprio alla luce del termine “persona”. Lo stesso concetto di persona deve essere compreso e applicato in tutte le fasi della vita, compresa naturalmente la vita nascente e la vita morente. Per questo la riflessione ha toccato lo statuto ontologico dell’embrione, per mostrare che la coincidenza e la reciprocità tra vita e persona è mediata dall’essere. La persona non è mai negata in nessuna fase della sua esistenza.

Un’ulteriore importante amplificazione del convegno ha toccato la problematica dei generi in relazione alla sessualità della persona. In una società in cui si è perso l’orientamento sul significato della famiglia, si è cercato di spiegare la pretesa di un certo assetto culturale nel determinare alcuni aspetti dell’identità della persona, che hanno già una propria connotazione sia scientificamente che umanisticamente, e di mostrare come la tradizione cristiana consegni la creazione del mondo all’uomo e alla donna, definiti pienamente nelle loro specificità.

L’approccio pastorale ai temi della vita umana e cristiana rappresenta certamente una delle riflessioni più riuscite di questo convegno, alla ricerca di spunti pastorali per il cammino e il discernimento del futuro. La memoria storica, in questo senso, ha avuto una testimonianza decisiva grazie alla presenza di una coppia di sposi che ha raccontato le ansie e le gioie della fortunata comparsa di questa enciclica 50 anni fa.

Marco Tommaso Reali

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